Aggressione carcere di Trento, il Sappe chiede un'inversione di rotta
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Nella gestione delle carceri regionali ci vuole una completa inversione di rotta. A sostenerlo il Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che rilancia il grido d’allarme del personale dopo l’ultimo episodio avvenuto martedì 2 gennaio nella Casa circondariale di Spini di Gardolo a Trento. Un detenuto di origini nordafricane ha aggredito un operatore sanitario e due agenti che erano intervenuti in suo aiuto. “Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto – si legge in una nota. In primis espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine ma anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario”. Il Sappe chiede inoltre nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit antiaggressione, guanti antitaglio, telecamere portatili”.