Situazione insostenibile e liste d'attesa infinite. I medici di base di Bolzano lanciano un grido d'allarme. Per certe visite specialistiche - anche se prioritarie l'attesa supera ampiamente i dieci giorni massimi previsti e il problema, che è antico - spiegano i camici bianchi - è andato peggiorando. I pazienti sono costretti ad andare in Trentino in convenzione o a rivolgersi al privato o al Pronto soccorso intasando in questo ultimo caso l'urgenza. L'anno scorso il servizio di urgenza dei 7 ospedali dell'Alto Adige ha trattato 276 mila casi, di questi 13.500 avrebbero potuto rivolgersi al medico di famiglia ma hanno preferito non aspettare. Per non intasare l' Emergenza, da inizio aprile l'Asl ha scelto di prolungare dalle 8 alle 24 l'orario dell'ambulatorio cure primarie, gestito accanto al Pronto soccorso dai medici di famiglia che vi prestano servizio a turno. Una trentina i pazienti che in media vi si rivolgono ogni giorno.
Intanto la Provincia pochi giorni fa ha presentato il progetto fragilità (3 milioni finanziati tra Palazzo Widmann e Pnrr). «Più anziani riusciamo ad assistere ed a seguire a casa - è stato detto in conferenza stampa - più alleggeriamo le liste, meno intasiamo gli ospedali. Secondo le stime saranno tra le 5.600 e le 8.400 le persone che avranno diritto anche all'assistenza domiciliare». I medici di famiglia che parteciperanno al piano sottoporranno entro l'anno tutti i loro assistiti con più di 74 anni a screening.

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