Rotta attraverso Bocca di Caset, riapre la stazione del MUSE che studia gli uccelli migratori
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Sopra le colonne di automobili in viaggio verso le mete vacanziere, un altro tipo di traffico anima i cieli delle Alpi. Quello degli uccelli migratori. Nelle notti di agosto, balie nere, cannaiole e stiaccini solcano i nostri cieli, alternandosi al volo diurno di rondini e balestrucci che, insieme ai rapaci, sfruttano le correnti ascensionali per spostarsi. Giunti in Europa solo un paio di mesi fa, sono già pronti a ripartire verso i loro quartieri di svernamento nell’Africa subsahariana. E le Alpi sono una tappa fondamentale del loro tragitto. Parte la nuova stagione di monitoraggio della migrazione degli uccelli: al valico Bocca di Caset, in Valle di Ledro, gli operatori e le operatrici del Museo delle scienze rispondono a domande e curiosità, con visite guidate il martedì alle 9 fino al 13 settembre. A fine settembre riprende l’attività anche la stazione di Passo Brocon, in Valsugana. Queste due stazioni, attive dal 1997, sono parte del Progetto Alpi, iniziativa ideata e coordinata dal MUSE con il Centro Nazionale di Inanellamento (ISPRA), che oggi riunisce 13 stazioni distribuite in tutto l’arco alpino e centinaia di collaboratori fra ornitologi, inanellatori e birdwatchers. Solo nel 2021 sono stati inanellati 11.033 migratori alati.